Categoria: Thinkin’ about..

31 Lug

Caro Eugene Cernan, ti chiedo scusa

Il mio tempo libero lo impiego aggiornandomi sulle novità che interessano la nostra Volta Celeste. La serata di oggi dopo un film a base di cazzotti e proiettili, l’ho passata documentandomi sull’attività di Paolo Nespoli, recentemente rientrato a bordo della ISS e della missione VITA al quale è stato assegnato. Poi si sa, cliccando e cercando incominci a trovare collegamenti su Wikipedia, i primi astronauti italiani, ti trovi sulla pagina della Cristoforetti, continui a cliccare ed eccoti sulla pagina di Eugene Cernan. L’ultimo uomo sulla Luna.

E poi fai un respiro. L’ultimo uomo sulla Luna. Io l’ho fotografato nel 2014. E’ una delle mie più grandi soddisfazioni di sempre. Io ho stretto la mano all’ultimo uomo che, almeno fino ad oggi, ha passeggiato sul suolo lunare. Per un appassionato di Spazio e Scienza come me ha un’importanza senza eguali.

Purtroppo non gli ho fatto delle belle foto. Potrei cercare scuse adducendo la colpevolezza all’emozione, alla strumentazione obsoleta in mio possesso, potrei giustificarmi in mille modi diversi, parlando di quanto il fotoreporter abbia pochi minuti per fare due foto e spedirle alle agenzie e alle redazioni, fatto sta che mi sono tremate le gambe e non ho fatto un lavoro di cui vado fiero. Potevo fare di meglio.

Eugene Cernan, nella teca un frammento lunare.



Scusami Eugene. Da qualche mese te ne sei tornato sulla Luna, senza tuta e senza navicella. Mi hai fatto il dono enorme di stringermi la mano, a me, ad uno dei tanti tuoi ammiratori. Tu e altri astronauti, siete i veri eroi della Storia moderna. Persone che mettono la loro vita nelle mani della Scienza. Uomini che dei versi “Fatti non foste a viver come brutti, ma per seguir virtute e canoscenza” hanno fatto il loro credo. E tu sapevi cosa voleva dire sacrificare la vita, purtroppo. Persone vicine a te se ne sono andate e ti hanno lasciato il posto in prima fila con vista sulla Terra. Tu che sei stato nello Spazio e con quelle mani hai toccato la consistenza del suolo lunare, hai accarezzato lo Spazio attorno alla superficie lunare. Poi sei tornato, stringendo negli anni mani a destra e a manca, compresa la mia.

Non mi considero un fotografo arrivato, anche se nel corso degli anni ho fotografato Presidenti, attori, ambasciatori, cantanti. Ho così tanto da imparare. E sebbene non sia fiero delle foto che ti ho fatto, mi vanterò in eterno per aver fotografato e stretto la mano a quell’uomo che, almeno per l’epoca in cui sto vivendo, è stato l’ultimo uomo sulla Luna. Me ne vanterò, perché è stato il primo e unico contatto con il primo e unico grado di separazione tra me e lo Spazio. Da quel giorno in avanti, lo Spazio, lo potrò solo immaginare e sognare di fotografare.


 

Se vuoi sapere di più sull’emozionante vita di Eugene Cernan, puoi cercare il documentario “The Last man on the Moon”, qui sotto il trailer.



21 Ott

Andrea Camilleri, una delle foto che più amo

Tra le mani ho una reflex da quasi sette anni, e in quanto digitale, sebbene gli anni trascorsi con una fotocamera in mano siano relativamente pochi, ho già all’attivo più di un milione di scatti.
Di tutti questi ho una personale Top 3, se escludessimo tutte le foto di musica dal vivo che ho realizzato dal 2010 ad oggi, che rientrano in una classifica a parte in continuo aggiornamento.

In prima posizione troviamo “Caruso” foto realizzata nel corso della Fanfara dei Carabinieri, in una piovosa giornata sotto ai portici del Museo del Novecento.

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In seconda posizione troviamo “Iperspazio”, scatto realizzato presso Piazza Gae Aulenti e visionabile nella sezione del mio portfolio dedicata a Milano (è la seconda).

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E infine questo scatto realizzato ad ottobre 2015 ad Andrea Camilleri.

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20 Ott

Foto sincere

Roberto Cosentino / News, Thinkin' about.. / / 0 Comments

Thinking about: Foto Sincere.
Certe foto non hanno il tempo materiale per essere pensate e scattate. Prima si scatta e poi si pensa.
Certo la fotografia analogica era più romantica, ma almeno quella digitale per certi versi può essere sincera. E’ vero, è passata su Photoshop per rendere visibile alla buona i soggetti, ma almeno non ho fermato due passanti o due amici chiedendogli di baciarsi. Si sono baciati e basta, senza sapere che li avrei fotografati. E il pastrugno di questa foto dice una sola cosa: non è una foto costruita. L’ho scattata alla “spera in Dio”. C’è chi dirà che è una merda, chi dirà che è un capolavoro, ma c’è anche una cosa: non è una foto costruita. E’ una foto sincera.
Di merda, ma sincera.

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06 Lug

Amore e Cracking Art

Un noto fotografo milanese d’adozione mi ha detto che questa foto gli fa abbastanza schifo e per me questo è un motivo d’orgoglio.

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Quando scatto ho la presunzione e la speranza che un giorno le mie foto vengano illustrate in una mostra, magari quando sarò vecchio e rincoglionito o quando non ci sarò più.
Questo scatto magari non ha nessuna importanza, non è tecnicamente all’altezza dei grandi fotografi contemporanei come Gianni Berengo Gardin o Elliot Erwitt, ma sticazzi. Io l’ho scattata, la decisione ai posteri se piacerà o meno.

(PS, Cracking Art in Porta Ticinese)

03 Mag

Milano è ancora in piedi – qualche pensiero sulla violenza di questi giorni

Sono un fotoreporter, il mio lavoro è contribuire al diritto d’informazione fotografando la mia città in ogni ambito possibile e immaginabile. Dalla mostra di un’artista contemporaneo, al cadavere trovato in un campo abbandonato, alla conferenza stampa di un progetto campato per aria, al politico paraculo di turno o ad un semplice flashmob. Ma trovo sbagliato esasperare i fatti di questi giorni pubblicando e ripubblicando e condividendo foto e video che mostrano quei criminali all’azione.
Più facciamo vedere i loro disastri e più gli diamo importanza.
La città a ferro e fuoco è una ferita aperta ma rimarginabile con qualche sforzo in più.
Dobbiamo concentrarci sulle cose belle. Basta fotografare vetrine rotte e macchine distrutte. .
Se togliamo loro immagini e video gli togliamo tutto. Ok il diritto d’informazione, ma il nostro negativo stupore, la nostra incazzatura mondiale e il nostro senso d’impotenza sono le loro armi.
Se facciamo vedere loro che ci hanno fatto male, facciamo il loro gioco.
E invece Milano è ancora in piedi, più unita e forte che mai.

 

29 Dic

Teatro alla Scala

Pubblico solo oggi alcuni scatti realizzati il 20 dicembre presso il Teatro alla Scala di Milano per chiudere in bellezza questo fantastico anno appena concluso, e lo posso esprimere solamente pubblicando le foto di uno dei posti più belli di Milano e del mondo intero, il Teatro meneghino per eccellenza.
Seguivo per un cliente un tour della location, possibile a pochi fortunati, tra cui il sottoscritto, unito al gruppo in qualità di fotografo. Un cicerone degno di tale nome ha raccontato la storia di questi ultimi tre secoli che ha interessato direttamente La Scala, descrivendone con precisione ogni singolo momento storico rilevante.

17 Apr

VELAFestival!

Ritornato da pochi giorni dalla trasferta di una settimana a Genova in occasione del Tag Heuer VELAFestival, ecco alcuni scatti che ho realizzato nel corso del soggiorno nel capoluogo ligure.
Purtroppo non ho avuto modo di realizzare fotografie della città che non ho visitato come avrei voluto per concentrarmi al massimo sull’evento in corso alla Fiera di Genova, tuttavia sono tornato a casa con un bagaglio fotografico (piuttosto pesante) e un bagaglio di conoscenze nautiche, precisamente del mondo della Vela di cui ero del tutto ignato  fino a qualche giorno fa. E’ proprio vero, non si finisce mai di imparare!



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Una delle foto scattate con lo smartphone una delle prime sere, in banchina quel giorno avevano attraccato i primi velisti partecipanti all’evento indetto e organizzato dallo staff de “Il Giornale della Vela”.

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Tra i partecipanti non poteva mancare Giovanni Soldini, famosissimo velista noto in tutto il mondo per le sue imprese. Qui mentre rida e scherza con i componenti della grandissima famiglia di velisti, la cosiddetta dinastia Malingri, premiata nel corso del VELAFestival per la longevità e l’amore con cui da anni, grazie anche al capostipite Franco,  si occupano di Vela.

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Un altro ritratto di Giovanni Soldini.

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Franco Malingri

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Lui è il bassottino Wilson, per i cinof…ehm cinefili, il nome non sarà del tutto nuovo. Infatti è stato omaggiato l’omonimo “personaggio” del film “Castaway“, pellicola del 2000, che vedeva protagonista Tom Hanks nei panni di un “Robinson Crusoe” del nuovo millennio, naufrago su un’isola sperduta e la cui unica compagnia era quella di un pallone battezzato appunto Wilson.

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Qui sulla sinistra siamo a bordo del Flying Dragon, per gli esperti conosciuto anche come Swan 70, fotografato durante l’ultima giornata del VELAFestival. Per realizzare questo scatto ho utilizzato la modalità panoramica del Samsung Note 2 in verticale. Non è proprio il massimo in fatto di linearità ma rende abbastanza l’idea.

Nel corso del Festival ho avuto l’opportunità su una moltitudine di barche definite “Cult”, DSC_0151 [1024x768]tutte accomunate da mille storie da raccontare, anni e anni di regate, veleggiate, competizioni, miglia percorse… Tra queste, oltre al Flying Dragon, come non ricordare la Goletta America, la barca che più mi è rimasta nel cuore.
La Goletta America è una fedele riproduzione dell’omonima barca del 1851, ed è stata varata nel 1967, barca che diede il nome alla “Coppa America” denominata un tempo “Coppa delle Cento Ghinee”.

A bordo inoltre è possibile ritrovare alcuni elementi recuperati dalla barca originaDSC_0163 [1024x768]le, tra cui alcune lampate, una campana, un cannocchiale e addirittura una bottiglia di vino imbottigliata nel 1841. Se questi oggetti potessero parlare, racconterebbero la Guerra di Seccessione.

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Enzo “Capitan America” Todisco, Comandante della Goletta America. Quando mi ha confessato come lo chiamano i suoi amici mi sono capottato dal ridere, fortunatamente non in acqua perchè con entrambe le fotocamere addosso sarebbe stato un bel problema. Oltre ad essere Comandante di una delle barche più affascinanti del Festival, è anche un ottimo cicerone. In pochi minuti è riuscito a trasmattermi tutte le emozioni e le sensazioni che una barca di questa importanza può far provare anche a chi, come me, di barche capisce poco e niente.
Quando sei a bordo della Goletta, toccando il suo legno, respirando vicino agli oggetti reperiti dalla barca originale, è come se respirassi un po’ di Storia americana.

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Il penultimo giorno il Festival  è stato caratterizzato per questo spettacolare evento in cui Genova ha potuto assistere ad una incredibile sfilata, anzi, ad una veleggiata di oltre 100 barche a vela che hanno percorso in tutta la loro bellezza il mare del capoluogo ligure.

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Ed è con questi due tramonti che Genova ci ha voluto salutare. Molte delle foto presenti in questo post sono state pubblicate nel corso del VELAFestival su diversi quotidiani, online e cartacei (trovi qui l’elenco) mentre molti altre saranno pubblicate sul numero di Maggio de Il Giornale della Vela, in versione cartacea.
Genova, ci vediamo presto spero, e un grazie a tutti quanti i presenti, tra partecipanti e colleghi per questa bella esperienza.

Tasto destro disabilitato.