Bottone inutilePulsante inutile

Non Idoneo AKA InfoJobs ti odio

Sono un ragazzo di 29 anni.
Sogni, progetti, aspirazioni e ambizioni.
Ho iniziato a muovere i primi passi nel mondo del lavoro ancora prima di compiere 18 anni. Ho lavorato in un negozio di abbigliamento che ha chiuso quando di anni ne avevo 21.
Ho completato discretamente le scuole dell’obbligo studiando informatica, e dal 2008 ho fatto di tutto.

Volantinaggio, archivista, call center, pulizie, allestitore di stand, blogger, fotografo, fotoreporter, web developer, copywriter, rifornitore di scaffali, confezionatore, imprenditore, collaboratore di redazione, etc.

Mille progetti e sogni. Il più grande da quando avevo 13 anni, affermarmi come fotografo professionista.
Un altro sogno è andare a vivere da solo. Arredarmi casa, in vista di un futuro, una famiglia, chissà, magari un altro cane.

Dopo diversi mesi passati a spedire curriculum invano, dalla disperazione mi sono messo in gioco e nel giugno 2014 ho aperto una mia piccola attività che per i primi due anni è andata anche benino ma nel 2016 è stata un disastro.
Marzo è stato spietato. Mi ha tolto amore e lavoro. Ho dovuto fare un passo indietro, ho dovuto rinunciare ai miei sogni e con un sorriso amaro verso le mie speranze ho ripreso a spedire CV sui vari siti, come InfoJobs e simili.

Ho perso il conto dei colloqui che ho fatto. ma insignificanti rispetto al numero delle candidature.
Trovo la forza di andare avanti ironizzando sulle persone che mi si sono parate davanti, cercando di nascondere dietro ai denti stretti quel sorriso amaro di cui prima.
Ironizzo spesso sulle selezioni andate male, in mano a persone che spesso hanno l’indiscutibile merito di aver sì studiato, ma di cui la maggior parte non si sono mai sporcate le mani o rotto un’ unghia in uno scaffale di un magazzino, tra polvere e deumidificatori, al freddo di un gelido novembre sotto la pioggia battente e con lo zaino zeppo di volantini. Per portare a casa 30 euro, se ti va bene.

La mia vita, il mio futuro è in mano loro.

Nonostante la mia esperienza lavorativa a tutto campo, comunque decennale, anche nelle offerte di lavoro sensibilmente affini al mio bagaglio a cui mi candido, sto leggendo la stessa risposta di due anni fa:
Non idoneo.

Cameriere? Non idoneo.
Addetto vendita? Non idoneo.
Web Developer? Non idoneo.
Custode? Non idoneo.
Guardia non armata? Non idoneo.
Pulizie? Non idoneo.
Call Center? Non idoneo.

Non vogliono farmi lavorare. C’è un gigantesco muro che si pone tra me e il sogno di avere una casa e una famiglia che si chiama “Non idoneo”.
Lo so che nella mia situazione ci sono milioni di persone, anche con famiglia a carico, ma anche io ce l’ho. I miei debiti, la mia attrezzatura, bollette, banche che ti respirano sul collo, calcolando al centesimo che non sfori dal conto.
E ho solo 29 anni.

Vuoi una donna da amare e trattare come una principessa? Non idoneo.
Vuoi guardare le stelle e i pianeti con quel telescopio che ti piace tanto e che non costa nemmeno tanto? Non idoneo.
Vuoi prendere la macchina e portare il tuo cane al lago? Non idoneo.
Vuoi passare una serata a base di sushi con i tuoi amici? Non idoneo.

Non idoneo. E’ questo che mi dite in realtà, quando non mi date nemmeno la possibilità di sostenere il colloquio per giocarmela fino all’ultimo. Posso comprendere che cerchiate un soggetto “skillato”, come si dice ora, ma non mi date la possibilità di mettermi in gioco.

E il messaggio che mandate è solo uno:
Non sono idoneo per perseguire i miei sogni.

Non sono idoneo per cambiare gli occhiali da vista che mi si sono rotti l’altra sera, o per riparare il jack audio dello smartphone. Non sono idoneo per offrire un caffè ad un amico o per passare un sabato sera fuori a divertirmi. Non sono idoneo a fare un regalo di Natale ai miei genitori. Non sono idoneo a comprare un libro del mio scrittore preferito. Non sono idoneo a chiedere a quella ragazza di uscire, ed è così carina.

L’aria me la lasciate, o per il vostro 110 e lode dell’Università pagata da mamma e papà, non sono idoneo nemmeno per quella?

Mi serve, l’aria.
Mi serve perché è con quella che attraverso i denti stretti fino a masticarsi tra di loro e con cui nascondo il mio sorriso più amaro, posso finalmente mandarvi a fare in culo.

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