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RECENSIONE “LA TEORIA DEL TUTTO” BIOGRAFIA DI STEPHEN HAWKING

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Desidero aprire questa recensione incorporando un post pubblicato sulla pagina ufficiale di Facebook di Stephen Hawking e curata dallo stesso scienziato, in cui condivide emozionanti parole di elogio per Eddie Redmayne, vero riassunto del film.
La Teoria del Tutto” è la trasposizione cinematografica del libro di Jane Wilde, la prima moglie di Hawking, intitolato “Travelling to Infinity: My Life With Stephen“.
Protagonisti una splendida Felicity Jones e un camaleontico Eddie Redmayne la cui interpretazione asfalta e umilia (se paragonato in termine di biografie) Ashton Kutcher nei panni di Steve Jobs.
Jones e Redmayne sono incredibilmente affiatati e riescono a trasmettere allo spettatore la drammaticità degli eventi alla quale la famiglia Hawking ha dovuto far fronte in seguito alla terribile malattia (il morbo di Gehrig) che ha colpito in modo irreversibile un poco più che diciasettenne Hawking.
Come evidenziato dallo stesso scienziato nel proprio post sul social, la bravura di Redmayne non è soltanto nel calarsi nei panni difficoltosi di un uomo afflitto da grave disabilità, ma riesce ad incarnare quell’inconfondibile senso dell’umorismo che appartiene da sempre allo scienziato, che in molti hanno iniziato a stimare e ammirare grazie alla serie televisiva “The Big Bang Theory” in cui è spesso menzionato e ospitato come guest star.


La Teoria del Tutto” , alla cui regia troviamo James Marsh, sguscia come un’anguilla dall’etichetta di classico mattone biografico e melodrammatico, merito della fedele rappresentazione del protagonista che riesce a superare le più gravi difficoltà grazie all’amore di chi gli è accanto, alla propria ironia, testardaggine e inguaribile fanciullezza, quasi in antitesi perun cervellone del suo calibro.
Il leitmotiv de “La Teoria del Tutto” è la parola “Time“, “Tempo” che tanto appassiona il nostro Hawking, che però non viene quasi mai indicato: i salti temporali sono repentini e solo qualche elemento disseminato per il set aiuta ad intuire in quale decennio si svolgono le vicende illustrate.

Nella prima parte del film la fotografia è in alcuni momenti di un’elevata qualità, ma complice il procedere della trama e l’irreversibile declino fisico del protagonista, questo aspetto viene purtroppo accantonato.

Foto : Stephen Hawking
Foto : Stephen Hawking

Poco altro da dire trattandosi di una biografia basata sulla testimonianza di una ex-moglie che ha amato all’inverosimile quell’uomo straordinario per il quale ha sacrificato i migliori anni della propria vita, personaggio destinato a diventare uno degli scienziati più amati e stimati di sempre.
Un film che appassiona, intenerisce, emoziona e fa innamorare e allo stesso tempo soffrire.

Impossibile non sottolineare ancora una volta la straordinaria interpretazione dei due attori, specie il lavoro di Redmayne che fino ad ora si è aggiudicato un Golden Globe e la candidatura all’Oscar,  Statuetta che mai come quest’anno sarà combattuta all’ultimo sangue su più fronti.
In un periodo cinematografico in cui supereroi e antieroi sono padroni incontrastati, Eddie Redmayne veste perfettamente i panni dell’antitesi dell’eroe, un uomo debole e studioso con la caparbietà di un vero supereroe nell’affrontare e superare tutte le ardue prove che la vita gli ha riserbato.
Felicity Jones è da standing ovation, splendida e bravissima attrice che veste i panni di quella che oggi verrebbe definita simpaticamente “una crocerossina”, donna fedele e caparbia che si fa carico sulle spalle una famiglia colpita da una tremenda malattia, ma capace di attutire il colpo con sfrontatezza e sicurezza, forte anche della sua fede in Dio.

“La Teoria del Tutto”, per concludere, è un film da vedere e rivedere per conoscere la storia di uno degli uomini più importanti contemporanei, per emozionarsi, per mostrare al pubblico (specialmente il più giovane) che si possono superare le avversità anche senza un’armatura potenziata o un fisico verde e indistruttibile.

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Foto: http://www.lateoriadeltutto.it/

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