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SI ACCETTANO MIRACOLI – L’AUTOCELEBRAZIONE DI SIANI

Ho visto qualche giorno fa al cinema “Si accettano miracoli” film di Alessandro Siani, prodotto godibile e abbastanza divertente che, come in “Benvenuti al Sud“, mostra le numerose bellezze che il Meridione spesso nasconde, con i suoi panorami, il suo mare blu e azzurro e l’umanità delle persone ancora non contagiate da una serpeggiante e minacciosa tecnologia.

Tralasciando il lavoro da PR che questo genere di film svolge per le infinite bellezze del Meridione, Alessandro Siani in “Si accettano miracoli” si autocelebra senza troppa modestia cavalcando l’onda del successo de “Il principe abusivo”, realizzato sempre sotto la sua direzione.
Per tutta la pellicola, che propone sovente risate a denti stretti, si assistono a gag incredibilmente forzate e fin troppo studiate la cui trama si snoda “Sianicentricamente“. A differenza del precedente “Il principe abusivo” in cui ritroviamo una fantatica Serena Autieri – unica vera Attrice con la A maiuscola nel cast di entrambi i film – e dove Siani era spalleggiato da diversi coprotagonisti tra cui un inedito e divertentissimo Christian de Sica distante anni luce dai personaggi dei cinepanettoni cui è solito interpretare, questa volta troviamo Fabio de Luigi, che riveste i panni di un noioso e allocco sacerdote, ruolo di minor prestigio e meno comico, in cui l’attore conduce un’ interpretazione sottotono e apatica.
Anche la colonna sonora non genera grandi emozioni, anzi, Alessandro Siani non resiste alla tentazione di metterci lo zampino anche questa volta e insieme a Sal da Vinci realizza un’agghiacciante canzone napoletana spiattellata nell’immancabile momento melenso in cui il protagonista si tormenta per gli immancabili problemi di cuore. La canzone viene proposta integralmente, senza tagli e rilascia brividi. Di puro terrore. Terribile. Il top del trash.

In conclusione “Si accettano miracoli” è una involuzione rispetto al precedente “Il principe abusivo”, in cui le risate, la storia, il cast e l’interpretazione non è all’altezza delle aspettative di chi ricorda con piacere il primo film del Siani regista, talmente geloso del suo (comunque godibile) lavoro che è fin troppo onnipresente per tutta la pellicola, in cui tra una gag e l’altra sembra volersi sponsorizzare e autocelebrare; parafrasando alcune recensioni di Leo Ortolani, nel corso della proiezione sembra quasi di ritrovarsi seduti fianco a fianco con Siani che per tutto il film ci strizza l’occhio e ci dice << hai visto? sono simpatico! >> << Sentito questa battuta? Non l’avresti mai pensata, vero? >> e ancora << Guarda come sono sensibile! Aspetta, aspetta, senti questa canzone, anche questa l’ho scritta io! >> Pessimo.

Utilizzando un sistema di valutazione scolastico, “Si accettano miracoli” si guadagna un 6-, sufficienza non proprio piena che non vuole però scoraggiare una prestazione comunque godibile, il prodotto è decisamente più invitante dei soliti cinepanettoni, film per il quale si è più propensi spendere soldi per la visione a differenza di porcherie viste e riviste.

Dai Alessandro, puoi e devi fare di meglio!

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