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Recensione “The wolf of Wall Street”

Recensione “The Wolf of Wall Street”

Ci sono alcune domande che mi frullano nella testa da quando ho appoggiato il sedere sulla poltroncina del cinema fino a quando non l’ho alzato per tornare a casa, e ho intenzione di riportarle prima di procedere all’analisi del film.

  1. – Perchè dopo tutto quel casino fatto dagli animalisti sulla sperimentazione animale, in particolare sui Beagle, nessuno ha mosso un dito quando chissà quante decine di barboncini sono state barbaramente massacrate per permettere a Cristin Milioti (conosciuta per essere la madre di How I met Your Mother) di portare una parrucca degna di un taglio anni ’80?
  2. – Perchè cazzo Leonardo di Caprio ha dovuto tingersi i capelli per sperare finalmente di vincere almeno un Golden Globe, e forse anche un Oscar?
  3. – Caro Martin Scorsese, pensi davvero che crederò al fatto che Margot Robbie abbia davvero 23 anni?
  4. – Perchè donne come Margot Robbie non vengono riprodotte in serie?
  5. – Leonardo di Caprio non ha già un CV di modelle, cantanti e showgirl infinta all’attivo? Perchè aggiungere alla lista di tope alllucinanti anche codesta forza della natura?
  6. – Perchè non sono Leonardo di Caprio?
  7. – Dai, seriamente, giurate che i barboncini utilizzati per la parrucca di Cristin Milioti non sono stati maltrattati?
  8. …Perchè era una parruca vero? La coda era naturale, non era il barboncino che scodinzolava mentre esalava gli ultimi respiri?

Un sentito ringraziamento inoltre al regista per non aver fatto sì che, nella scena in cui viene omaggiata la nostra cara Italia, si senta “L’Italiano” ma bensì “Gloria” anche se tutti in sala si sono chiesti per quale cazzo di motivo con tutte le canzoni nostrane conosciute in tutto il mondo, la scelta fosse ricaduta proprio su Gloria…

Bene, dopo questo lungo preambolo, mi sentirei di consigliarvi di guardare questo film almeno due volte.
La prima volta in Italiano, per accertarvi che comprendiate dalla A allo Zinco anche ogni piccola virgola-pausa-sospiro-copula-tirata etc.
La seconda volta in lingua originale, per rispetto di Leonardo di Caprio, perchè non è ammissibile pensare che lo sforzo e le energie impiegate dall’attore protagonista in questo capolavoro cinematografico vengano straordinariamente rovinate dal doppiatore incaricato di far trasparire tutta la bravura interpretativa del vecchio Leo.
In questo film Leonardo di Caprio concentra tutte le sue energie, ci butta l’anima, la strapazza, la vomita, la urla, soprattutto la urla, e non è pensabile che un doppiatore non all’altezza del personaggio interpretato possa far passare in secondo piano una prestazione magistrale del buon vecchio Leo. Non si puo’.

Anche perchè sono sicuro che Martin Scorsese prima di convincere Leonardo di Caprio a sfidare i suoi limiti (e superarli) per lavorare in questo film, gli abbia fatto un discorsetto bello chiaro:
<< Senti figliolo, o l’Oscar lo vinci con questo film, o puoi tranquillamente comprartelo su Ebay aspettando che Jack Nicholson venda una delle sue quindici statuette >>

Tre ore di film, tre ore frizzanti, che scorrono… lisce. Per non farne un film troppo pesante il regista ricorre a gag e situazioni al limite dell’assurdo senza comunque far perdere un tono di drammaticità necessario alla trama: d’altronde come in ogni biografia che si rispetti, i generi diversi devono intrecciarsi, nella vita di ognuno di noi momenti belli e momenti brutti possono alternarsi: così è il film, personalmente apprezzo pellicole che non si sono banalizzate andando a catalogarsi in un genere unico.

Droga, alcol, sesso, e un linguaggio leggermente colorito (tanto che nei primi quindici minuti il film contiene una serie di turpiloqui che potrebbero far pensare trattasi di un film di Tarantino, se non fosse altro che la pellicola sia caratterizzata dalla quasi totale assenza di sangue…)

Il film è un viaggio nella Wall Street di circa 30 anni fa in cui un vero e proprio Lupo della finanza si è messo a sbranare economicamente centinaia e centinaia di “agnelli” dalle discrete risorse traendo a proprio vantaggio ogni genere di guadagno in modo illecito senza alcuno scrupolo a riguardo, comportamento che porterà la sua vita ad intraprendere una parabola alla cui massima altezza sarà “ricca” di eccessi sotto ogni aspetto e che lo condurrà inevitabilmente alla fine per la sua avidità, vedendo crollare il suo impero pezzo dopo pezzo, perdendo quasi ogni genere di ricchezza, anche familiare, fino a che una volta pagato il debito con lo Stato, non riesce a reinventarsi.
Il film induce a trovare una morale e a riflettere sull’ossessione dell’uomo medio di raggiungere al piu’ presto possibile una sorta di indipendenza economica, una rincorsa al lusso che sfocia negli eccessi e all’autodistruzione, cercando di far capire al pubblico che “il troppo stroppia”, e di non far sì che l’avidità e la sua fame possa far sì che la stessa ci divori.

Colonna sonora: seppur raccolga una serie di canzoni indimenticabili (tra queste anche la mia canzone preferita, Everlong dei Foo Fighters) trovo che sia messa così tanto per.
Sembra quasi che chi curasse la colonna sonora abbia scelto un paio di pezzi adrenalinici dell’epoca e li abbia infilati lì tanto per. Bella ma non convince, non come il resto del film.

Margot Robbie: qualcosa di devastante. Il film è pieno di nudità, tra cui spicca il nudo integrale di Margot Robbie. Questa è una critica seria, anche se non sembra. Corpi come il suo in passato sono stati riportati fedelmente su tela, su marmi, fotografie… Ma difficilmente su video (se non nei film a luci rosse).
Con questo film Scorsese omaggia la perfezione del corpo femminile mostrando in tutta la sua meraviglia un corpo fresco e giovane di una delle ragazze più belle che il cinema abbia mai visto, in quella scena di pochi secondi sembra che Scorsese dica: zitti un attimo, guardate che meraviglia che è la donna. Fatto? Ok ora torniamo a parlare di soldi e droga.

Voto: 4 su 5, Consigliato? Cazzo sì.

PS: La nomination a “Miglior Attore non protagonista” di Jonah Hill è un insulto alle comparse di tutto il mondo del cinema. Ho recitato come comparsa in una fiction televisiva di Canale 5 e in una puntata de “I Soliti Idioti”.
Dov’è il mio telegatto? Voglio il mio cazzo di Telegatto, cazzo.

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